giovedì 26 luglio 2012

L'incontro con Xu Lei


So che è un argomento che non interessa i maschietti, ma voglio aprire questo nuovo argomento con le poesie che ho scritto per la mia compagna in tempi non sospetti, visto che si distaccano molto dai temi di questo blog e dalle poesie e filastrocche che scrivo; è giusto metterle per prime, in modo da riprendere poi senza divagazioni il materiale che ho. Inoltre l'incontro tra me e Xu Lei (la mia fidanzata) è stato davvero particolare.
Lei infatti è una ragazza cinese ed è arrivata qui in Italia dieci anni fa...dopo un paio di traslochi, con la famiglia ha comprato una casetta indipendente a 300 metri da casa mia.
Durante i miei studi (eravamo tra il 2003 e il 2005) passavo la maggior parte del tempo a casa a disegnare, avevo il tavolo da disegno (un parallellografo regalato da mio zio che uso ancora, indispensabile, al quale tengo moltissimo) sotto la finestra, abitavo al primo piano, ed oltre al tetto del signor Piero di fronte a casa -che è stato fondamentale per imparare a disegnare i coppi- vedevo le persone che passavano sulla stradina del mio condominio.
Vedevo ogni tanto passare una ragazza cinese che mi piaceva moltissimo, veniva a piedi quindi presumevo abitasse vicino.
Io odio la macchina ed uso esclusivamente i piedi, la bicicletta e per lunghe distanze (diciamo sopra i 5 km) la moto.
Di solito andavo in città in bici, ma ho cominciato ad andarci solo a piedi, ho scoperto quindi che questa famigerata ragazza abitava proprio alla fine della stradina che passava per casa mia. A questo punto, ogni sabato e ogni volta che ne avevo la possibilità (penso 3-4 volte la settimana) passavo di li a piedi, di solito per andare in edicola, il sabato per andare in città ho camminato moltissimo in quegli anni...
Non erano molte le occasioni di vedere questa ragazza, ma quando mi capitava la osservavo il più possibile, andando a piedi, per quei 15-20 metri di recinto del suo giardino, potevo osservarla -disinvoltamente- bene.
Passavano i mesi, non avevo idea di quanti anni avesse.. poi ho visto che guidava la macchina con la "P" sul lunotto, così ho presunto avesse come minimo 18 anni, quindi almeno era quasi una mia coetanea (io ne avevo 22).
Passavano i mesi e mi venne un'idea che solo a me e qualche altro stordito potrebbe partorire: portare in piena notte una rosa e legarla al cancello, in modo che la mattina, svegliandosi, l'avrebbe trovata sul cancello di casa.
Ovviamente non bastava, ho cominciato a scrivere una poesia, ma non amo le cose troppo mielose, alla fine feci una sorta di presentazione in rima, arricchita con disegni e ripiegata come una lettera di auguri.
Fatta la cartolina, mancava la rosa, non volevo farmi vedere da mia madre ed il giorno stesso della missione, la comprai (rosa) e la nascosi in garage, presi la lettera e la legai con un nastro. Anche la rosa fu legata con dello spago in modo da potersi appendere sul cancello.
Aspettai le 3-4 di notte, mi misi una maglia nera a maniche lunghe, delle pantacalze nere, delle scarpe nere da mare e per finire il sotto casco nero...insomma una sorta di ninja dei miei stivali... presi la rosa con la lettera e mi incamminai in quei 300 metri che non finivano più, se passava una macchina non so cosa avrebbe fatto vedendo uno tutto nero, era logico prendermi per un ladro, era fuorviante che avessi in mano una lunga rosa. Fortunatamente non trovai nessuno a parte le anatre, mi accostai guardingo sul cancello e appesi la rosa (avevo preparato la corda in modo da appendere subito il mio dono). Fieramente me ne tornai a casa.
 Prima lettera, 21/06/2005
A volte ti incontro
lungo il mio cammino...
Ma non ti conosco...
Non so quale sia il tuo nome...
Non so quanti anni hai...
Non so se hai il ragazzo...
Ma so che hai un volto dolce e delicato.
Quindi senza voler recar torto,
in pieno silenzio
mi presento con questa rosa.
Perdonami quindi
se ho privato un fiore della sua vita
per omaggiare il dolce sguardo
che tu hai offerto alla mia vita.
 
In questo modo
ti presento il mio dono.
Nonostante tu non sappia chi sono
spero che il mio pensiero
renda il tuo volto sereno.
Per il momento:
in silenzio
in discrezione
in anonimato
mi sono presentato.

Fino al giorno in cui,
tolto la maschera
il mio volto ti avrò svelato.
il lato esterno della cartolina (scala 1/1)
lato interno della cartolina (scala 1/1)

Dopo diversi mesi però non era cambiato nulla, se non che incontrai più spesso la mia musa.
Ormai giunti a Natale, pensai bene di ripetere l'evento, rifeci tale e quale la missione, con una nuova poesia, una rosa bianca, un peluche portachiavi e dei baci perugina (quelli sul tubo blu). La notte di natale quindi appesi il mio nuovo dono...
Seconda poesia scritta e consegnata nella notte del 24/12/2005
Ancora stento a credere di non esserci riuscito...
E'arrivato il Natale, e non mi sono ancora presentato!
Ma la figura dell'incapace
non la voglio proprio fare.
Intanto un'altra rosa ti voglio regalare,
per rinnovare la dolcezza del tuo viso
che non mi stancherò mai di celebrare.
Altro non posso fare
che augurarti buon Natale!
D’altronde poche volte ho avuto l'occasione d'incontrarti...
per timidezza o per fretta mia,
in quei rari attimi non mi sono presentato.
Come la sera di Halloween in viale Monte Grappa,
insieme a quei bambini camminavi
e io di corsa in bicicletta,
ero in ritardo per il concerto,
ho pensato pure di lasciar perdere il mio impegno,
per presentarmi a te una volta per tutte...
Ma poi chissà, era la sera di Halloween,
avresti pensato ad un dolcetto scherzetto.
Poi ricordo quella volta che lavavi i panni
al freddo fuori nel giardino, io son passato,
e come uno stupido non mi sono presentato.

In casa tua non posso suonar il campanello,
avrei paura di trovar tuo padre con un bastone,
così passo dal tetto come vuole la tradizione
e lascio il mio regalo sul cancello.
Un intero sacco di rose ti vorrei regalar,
ma ahimè! Son poverello,
di una rosa mi devo accontentar.

I regali non sono proprio il mio forte...
per non parlare di come li impacchetto:
così male da farli sembrare un dispetto!
Ho provato ad essere originale,
ma poi una rosa e un peluche...
alla fine son caduto nel banale!..

Come sempre in piena notte sono arrivato
solo la luna ha visto cosa ti ho portato.
questa volta a colori, fronte esterno con due pieghe (in scala ridotta)

fronte interno della cartolina...
Conclusa anche questa missione, mi fidanzai con una ragazza molto bella e che sembrava mi volesse molto bene, anche a me piaceva, ma ero innamorato di questa fantomatica ragazza cinese, alla fine, andando in città a piedi la vidi mentre lavava la macchina, era 200 metri avanti a me, era sola. Quando ancora ero distante vidi avvicinarsi Armando (il matto del quartiere) si scambiarono due parole e Armando se ne andò, ormai ero vicino, era il mio turno (il secondo matto) mi presentai nel migliore dei modi:
Ciao, sai chi sono io?
e lei: -“Mhhh no. Non ti conosco.”
e io: -“Sono la Meraviglia Mascherata.”
...lei rimase impassibile e rispose: -“ahh, abiti in via nazionale?”
Io a quel punto capii che non capiva un tubo o quasi di italiano e che non ci capivamo, inoltre non mi sembrava proprio la stessa persona che vedevo di solito, era lei, ma sembrava più grossa e con qualcosa di diverso, ma doveva essere perchè le ero a un metro di distanza, mentre prima la vedevo da almeno 8-10 metri...
Vista come stava andando mi congedai...ero comunque contento, ero riuscito a parlarle! Ormai ero deciso a rifarmi vivo il prima possibile, in modo più serio, non come Meraviglia Mascherata. Trovai presto l'occasione, la vidi che rovesciava l'acqua sul tombino nel retro della casa, mi avvicinai e mi presentai:
-“Ciao, l'altra volta sono stato un po' maleducato e non mi sono presentato bene.”
Lei a quel punto mi disse: -“forse vuoi parlare con mia sorella..”, la chiama e dalla finestra alle mie spalle si affaccia una ragazza uguale a quella con cui stavo parlando, ho avuto un attimo di spaesamento, dopo anni a pensare fosse una soltanto, decisomi a farmi vivo; scopro che sono due!
Risposi: -“No voglio parlare proprio con te...”
...e poi le cose son andate a vanti, lasciai subito la ragazza con cui stavo (non riuscivo a stare con lei quando pensavo sempre a Lei) anche se è stato difficile e doloroso… Pian piano mi sono visto con Lei...
Poco dopo il fidanzamento (siccome amo giocare con i numeri) non potevo non portare una terza lettera (il 3 è un bel numero, il 2 non mi piace) così, la notte prima di partire per un viaggio in Yemen e Socotra, portai la terza lettera, con un nuovo peluche portachiavi (il primo lo usava la sorella per le chiavi della macchina) ed una rosa rossa.
Terza poesia 20-11-2006 (la notte prima di partire per Socotra)
Una terza rosa da sola si è posata fin qui,
al tuo cancello è volata,
seguendo il profumo del tuo respiro..
perchè io lo so: XU LEI
è sbocciata come un bel fiore,
ed io prima di partire,
non posso che scriverle il mio amore,
perciò non stupirti di sentirti dire...
(all'interno della cartolina)
TI AMO (in ideogrammi cinesi)
di questa mi è rimasta solo una copia in b/n...

Questo è tutto, so che centra poco o nulla con questo blog, però lo trovo divertente, direi che ora di quel romanticismo mi è rimasto poco o nulla, comunque al prossimo post si ritorna alla normalità!
Non so voi, ma nonostante lo sforzo di disegnare cose piacevoli, le cose che faccio hanno sempre qualcosa di sinistro...