giovedì 12 luglio 2012

Forzela de la Porta


la baita/bivacco Angelini

9-7-2012
Dal momento che sto passando un momentaccio (non sopporto il posto dove vivo, non sto lavorando, sto smarrendo le mie passioni ecc.) ne approfitto e vado in montagna per provare a dormire nei boschi.

Una sosta lungo i tornanti tra Longarone e forno di Zoldo

I due cavalli di Pralondo del signor Ceo.
Parto alle 14, dovrei arrivare lì alle 16 (a Pralongo di Forno di Zoldo) e per le 19-20 dovrei essere in Baita Angelini (dove dormirò) poi salirò sulla Forzela de la Porta… da mangiare mi porto un pacco di biscotti al cioccolato, 1 barattolo di mais, 1 di macedonia e 1 di funghi. Per dissetarmi porto 1,5L di acqua. Compagni di viaggio saranno una pila, la mia fidata brittola turca e un lenzuolo per dormire.
Ecco...io devo arrivare li in alto, sopra quella "U" che si chiama forcella...
Se me lo avessero detto non ci avrei creduto, sono partito in ritardo da casa, alle 14:30, visto che ormai sono diventato imbranato a correre in moto, credevo di metterci 2 ore per arrivare a Pralongo con la strada statale, invece sono arrivato li alle 16.00.

Lungo il sentiero poco sopra Valbarance...
Il tempo di entrare in casa (quella di Pralongo) organizzare lo zaino e cercare la cartina dei sentieri Zoldani…ed eccomi pronto! Alla fine son partito alla volta della Baita Angelini alle 16.40. Lo zaino mi ha dato molto fastidio e pesava un casino (è la cartella della Invicta). Temendo di non fare in tempo a raggiungere la baita, mi son messo di buona lena; a volte mi sembrava che il cuore stesse per scoppiare e mi son dovuto fermare parecchie volte…sto invecchiando?
Il tempo si rannuvola sempre più, sono già abbastanza alto.
A metà strada è cominciato a piovere, mi son dovuto mettere sulle spalle il lenzuolo per la notte e il cappello.. la pioggia scendeva sempre più copiosa.
sono ormai vicino alla baita

l'interno della baita Angelini...accogliente!
Un anno fa ero venuto con il mio amico Claudio, ero senza lo zaino e ci avevamo messo 3 ore (o forse 4) io avrei voluto dormire nella baita, ma non si è potuto fare. Questa volta la cosa straordinaria è che alla fine ho impiegato 2 ore spaccate per arrivare alla baita! Comunque ora sono distrutto, completamente bagnato ed infreddolito…mi sa che stanotte mi prenderò un accidente (non ho ricambi e sono vestito molto leggero).

Sono le 19.10… ora mi mangio la mia macedonia in barattolo usando la mia posata di soccorso, la brittola (ho dimenticato la forchetta…) e mi godo il paesaggio e la tranquillità, sono solo!
il sole tramonta dietro lo Spiz di Mezzodì...

ormai la vallata scura lascia intravvedere le luci elettriche del paese a valle.
10-7-2012
finalmente il fuoco!
La notte è passata insonne, faceva un freddo cane, io non mi asciugavo e come letto avevo solo una bella tavola di legno, come cuscino lo zaino. Fortunatamente dentro la baita c’era una copertina di lana, inoltre per grazia di Dio, al quarto tentativo sono riuscito ad accendere un fuocherello, la legna era un po’ umida.. santa diavolina! A parte il freddo è stata una bella esperienza, a farmi compagnia una rumorosa famiglia di scoiattoli che aveva casa nelle travi del soffitto. Come se non bastasse ha piovuto di brutto, all’inizio ero sopra le nuvole e vedevo il cielo illuminarsi di lampi…poi le nuvole si sono alzate e mi hanno raggiunto nella modesta dimora; la pioggia batteva sul tetto rumorosamente, sempre più forte, con i tuoni che sembrava volessero squarciarla. Per fortuna è durato solo un paio d’ore.

il sole torna a salire, è l'alba.
Alla fine, infreddolito e stanco, mi sono alzato alle 5.30, ho guardato il sole sorgere da dietro la vallata e ho acceso un fuoco per scaldarmi e tentare di asciugare la maglia.
il sole illumina la cara baita Angelini...

buongiorno sole!
una magia di colori e di ombre...

si ricomincia a camminare, sono le 6 e il cielo mi sorprende...per terra è tutto bagnato.
sempre più in alto, la vegetazione si dirada.
il sole alto impressiona come pittore del cielo
le montagne cominciano ad intravvedersi sempre più nitide
le montagne illuminate han qualcosa di divino ed ancestrale, sono eterne.
la parte più ripida e faticosa
Alle 6.00 sono partito per la Forzela Porta, ora sono le 7.00, sono seduto su un monolite crollato dalla parete del Tamer, in mezzo al ghiaione della forcella e mi godo i primi raggi di sole caldi.






L’ultimo tratto è stato davvero faticoso, non ho mai amato i ghiaioni e per giunta si è messo a piovere, ho dovuto mettermi nuovamente il lenzuolo (umido dal giorno prima) sulle spalle.
una lumaca, una roccia.




eccola! la forzela Porta!









ormai manca poco, ma non sembra mai finire, eppure è li, vicina!
Ero vicino alla cengia e nonostante la fatica (su 3 passi in avanti 1 scivolava indietro) e il cattivo tempo, non volevo fermarmi. Arrivato alla vetta lo spettacolo mi ha ripagato; ero tra la Cresta del San Sebastiano e il Tamer, dominavo entrambi i versanti: da uno vedevo il Pelmo, lo Spiz di Mezzodì e il Sasso di Bosconero, dall’altro versante il Civetta e il Moiazza.. più altre catene che non conosco (sono ignorante).

eccomi in cima, quello è il Civetta?
Ecco da dove sono arrivato, le nuvole coprono tutto...
Purtroppo il tempo con me non è stato clemente, proprio sulla forcella, con lo strapiombo da una parte e il ghiaione ripido appena scalato dall’altra; il cielo già rannuvolato ha cominciato a rovesciare inopportuni scrosci d’acqua, in un crescendo culminato con tuoni che rombavano tra le vette che mi circondavano. Vedevo a 200 metri da me una nuvola che muovendosi circondava la punta più vicina della cresta del S. Sebastian e si illuminava con lampi dai frastuoni poderosi. Ho avuto paura, non bisogna mai prendere sotto gamba la Montagna… noi per lei siam solo sassolini passeggeri.
Diventa tutto più scuro, spaventoso e pericoloso.
Visto il cielo, dopo qualche minuto (il tempo di contemplare dove ero arrivato e fare 2 foto) sono sceso giù frettolosamente.

per ironia della sorte il sole rispunta...
Le gambe cominciavano ad accusare fatica, alla base del ghiaione mi sono seduto sul monolite del Tamer (era comodo) mi son tolto le scarpe inzuppate d’acqua e mi son mangiato i funghi in barattolo con la mia cara brittola/forchetta, un paio di biscotti e un po’ d’acqua.
Scaldatomi un pochino col sole rifattosi vivo, di buona lena sono sceso, erano le 8.30 e tra sentieri immersi nel bosco ed esposti sulla vallata, sono arrivato a Pralongo alle 10.15.
il Pelmo...la montagna più bella della valle.
il seniero del ritorno...
scarpe con la schiuma, sono collassate???










Arrivato avevo le gambe a pezzi, ho fatto una doccia e una dormita di 2 ore, mi ha svegliato la pioggia. Con la strada bagnata scendere in moto (la mia) diventa un azzardo, ha le gomme completamente consumate e se già scivolano sull’asciutto sul bagnato finisco in terra matematicamente. Mi son preparato un risotto confidando nella buona sorte, intanto ha smesso di piovere ed il sole si è riaffacciato sulla strada. Se tutto va bene alle 15.30 parto per tornare a Treviso.
alla prossima val zoldana!