Era tutto cominciato nel migliore dei modi, avevo finito i
modelli in sospeso ed ero completamente concentrato sulla replica di questa
testa del Guyver II scala 1.1… La pinna superiore, con un po’ di fatica e un
po’ di stucco si è innestata perfettamente, ci vuole un po’ di tempo perché la
superfice deve essere perfettamente liscia… Poi ho riempito di gesso la testa
(questo è stato un bell’errore) mi sarei accorto solo in seguito che la testa
avrebbe così raggiunto un peso capace di condizionare un buon lavoro…abbiam
raggiunto almeno una quindicina di chili. Prima che il gesso si asciugasse, ho
immerso una bomboletta spray della tamiya finita. Una volta asciutto il gesso,
l’ho ricoperto con dei filamenti fatti col Dash per ricreare il tessuto del
Guyver. Ho poi spalmato del Vinavil per compattare e fissare bene il tutto. Una
volta asciutto ho estratto la bomboletta Spray della Tamiya, lasciando dentro
il tappo, che ormai era inglobato nel gesso e faceva da innesto per la
bomboletta che andava fissata sul piedistallo.
Ho preparato il piedistallo con una base di plexiglass
bianco, con un foglio di gomma nero lucido ho creato una serie di raggi che
convergevano alla base del collo, fatta con Dash attorcigliato attorno ad una
bomboletta sray vuota della Tamya, ancorata alla base di plexyglass con una
speciale gomma/sigillante per barche (vere) potentissima (la Superfiss della
ditta prochimica…9 euro di tubetto). Ho dipinto i filamenti fatti col dash di
blu profondo, in modo da richiamare quelli della testa. Fin qui tutto
abbastanza bene (anche se non ero proprio soddisfatto al cento per cento) ma
poi son cominciati i problemi.
La testa si infilava perfettamente sul piedistallo, ma era
difficile da colorare, intanto era sferica e l’appendice della pinna (fragile
perché incollata e stuccata) rischiava di rompersi con 15 chili che si
dondolavano sul tavolo, se però coloravo con la testa sul piedistallo era
difficoltoso colorare sotto. Comunque tutti ostacoli che si potevano superare,
sulla mia tabella di marcia dovevo agire in quest’ordine:
1-Coloro la base della testa e il collo di Viola/Blu
profondo, faccio delle sfumature più chiare con il Dark Ghost Gray. Evidenzio
le fessure con il nero (probabilmente ad olio con il Liquin). Inserisco la
testa nel piedistallo e lo Maschero.
2-Coloro i diademi (Nero lucido e poi Argento specchiato).
Una volta sciutto il colore li maschero con carta, Scotch di carta e maskol.
3-Coloro la pelle della testa con Viola/Blu profondo,
facendo colpi più chiari con il D.Ghost Gray.
4-Coloro gli occhi con Rosso Giallo.
5-Maschero la pelle con Maskol.
6-Passo sull’armatura una base di Skin Tone base ,
passo Raf Middlestone lasciando intravvedere
Skin Tone sulle parti più esposte, infine sulle fessure e sui contorni uso il
Burnt Sienna e uniformo tutto con una velatura di Middlestone Raf, le luci le
faccio con un po’ di Gelb o Bianco.
7-Prendo il Viola olio e con il Liquin lo diluisco per fare
le venature dell’armatura con il pennello a ventaglio (qui sorge il primo
problema lampante, il pennello aveva le setole presumo troppo consumate e
sfumava malamente il colore) il risultato non era esaltante ma poteva andare.
A questo punto si è presentato un problema determinante: le
sfumature, vista la superficie ampia dell’armatura, non erano uniformi e non
avevano un bell’aspetto, inoltre il colore non era ancorato bene al vinile e in
alcuni punti era grattato via. Avrei dovuto rifare tutto, invece ho lasciato il
colore della pelle e dei diademi mascherato, ho spruzzato del primer
trasparente per metalli ed ho poi passato una mano di bronzo chiaro e bronzo
antico. Ora l’effetto era molto buono, ho sfumato i contorni con del Burnt
Sienna.
Sembrava tutto ok…ma togliendo lo scotch dai diademi (non so
perché) in alcune parti l’adesivo si era aggrappato all’argento, creando delle
increspature appiccicose. Passando alla pelle, con mio grande sgomento, il
Maskol si era cristallizzato (per colpa del primer per metalli e degli spray
bronzo) e toglierlo si è rivelato quasi impossibile e comunque controproducente
(si staccavano pezzetti piccoli portandosi a volte dietro anche il colore
Viola/Blu della pelle).
Ho dovuto quindi mascherare l’armatura e ridipingere la pelle…ero
un po’ scazzato, non stava andando come doveva andare, il Maskol ancorato aveva
“sbiadito” i particolari della pelle e la pittura vista la pesantezza della
testa era difficoltosa. Siccome la mascheratura dell’armatura non poteva essere
perfetta (il maskol non è preciso) ho contronato le zone di confine tra pelle e
armatura con nero diluito con Liquin, con il pennello a ventaglio ho sfumato il
nero, ma visto la setola “slabbrata” non ha dato l’effetto uniforme.
In conclusione, sebbene da distante faccia un certo effetto,
da vicino si notando tutti i difetti, più avanti mi procurerò un’altra Guyver
II Japan Replica e farò un secondo round, ki verra sicuramente bene!
Alla prossima.