Il ricordo di Socotra mi lascia un gusto malinconico, è
stato l’unico viaggio in cui non sono stato bene, complice la mononucleosi che
ho avuto poco prima del viaggio, inoltre Socotra ormai è inavvicinabile, luogo
troppo pericoloso per i turisti, l’idea che sia diventata irraggiungibile
aumenta la malinconia dei ricordi.
Martedì 21.11.2006
Come spesso accade siamo partiti dall’aeroporto di Venezia,
alle ore 7:45, passando per Roma ed arrivando a Sana’a passando per il Cairo.
Siamo dunque arrivati in Yemen alle 20:30.
Nonostante la stanchezza di un giorno di viaggio, ci siamo
incamminati per le “calli” di Sana’a.
Sana’a è una città affascinante e silenziosa, con pochissima
gente per le strade.
Mercoledì 22.11.2006
Un giorno dedicato solamente a Sana’a, questa città è un
vero labirinto ed è quasi impossibile orientarsi, le case a castello sono quasi
tutte ridossate una all’altra e sono tutte uguali…stesso colore, stessa terra.
Con sveglia alle 8.30, dopo una graziosa colazione sulla terrazza del nostro
albergo (Golden Daar) ci siam diretti al suk, il mercato: veramente bello,
molto colorato, incasinato ma non troppo e variegato di stradine e vicoletti
pieni di tutto.
Sana’a è tutta così, un labirinto di vie quasi impossibili
da riconoscere. Abbiam camminato per ore, solo con una sosta alle 12 per
mangiare qualcosa. Oggi ho provato l’olio di balsamo da mettere sulla pelle e
sui capelli..unto…bleah!..ma gli yemeniti lo usano sempre. L’ho provato
casualmente perché son finito a curiosare dentro una macina per sesamo mossa da
un cammello, così il proprietario me l’ha fatto provare (non il cammello ma il
balsamo).
Giovedì 23.11.2006
Giornata notevole, partiti da Sana’a alle 9, diretti al Wadi
Dhahr, lo stupendo palazzo del Rais, costruito sulla cima di un enorme
“sasso-montagna”. Il castello è un insieme labirintico di stanze, finestrelle,
scale e “buchi”. Veramente particolare. Ma il tempo è tiranno, presa la jeep,
abbiam percorso le brulle colline fino a Shibam, un paese arroccato ai piedi di
una montagna, siamo a 2300 mt. di altezza, segno che Sana’a non deve essere a
meno di 1800 mt.
Girando la montagna e salendoci sopra ci si imbatte in Jebel
Kawkaban (2800mt.) un’antica città: invitando il taxista ad aspettarci giù
nella parte nuova, siamo scesi lungo la scalinata scavata nella montagna.
Nella
città successiva (Thilla o Thula) abbiam trovato venditori insistenti quasi
come quelli indiani, ovviamente sapevano tutte le lingue del mondo… compreso l’italiano.
Thula ha 8000 abitanti, 25 moschee, ha 1200 anni ed è famosa per le sue
finestre in alabastro (caratteristiche perché essendo scure, si può vedere
l’esterno dall’interno della casa ma non viceversa). Ho comprato una lampada
per 40€.. molto bella, il venditore mi ha rincorso per tutta la città dicendomi
che era vecchia 500 anni..non so se è vero ma gli intarsi a mano sono veramente
belli.
Tornati a Sana’a abbiam preparato le valige e alle 2:30
siamo partiti per la mitica Socotra.
Venerdì 24.11.2006
Tutto sommato questa è stata una giornata di “assestamento”:
alle 2:30 ci siam diretti all’aeroporto, giunti a Socotra siamo stati travolti
da un caldo micidiale, supportato per nostra fortuna da una brezza continua.
Preso un taxi che ci farà da guida per tutta la settimana, siam giunti ad
Hadibu, una città semideserta, invasa da caprette. Dopo una passeggiata di
perlustrazione, ci siam riposati un po’. Alle 17 è venuta una guida per
discutere dell’itinerario da fare nei prossimi giorni. Nonostante 400€ sono
troppe ci siam accordati e alle 7:00 del giorno dopo avremmo cominciato il
tour.
Sabato 25.11.2006
Anche se non lo cito, tutti questi giorni per me sono
sofferti, non sto affatto bene, e continuerà ancora per tutto il viaggio e la
prima settimana tornato a casa. Comunque l’itinerario doveva essere il
seguente:
GIORNO 1: Qualansia, Ditwah (notte in tenda)
GIORNO 2: Wadi Ayaft (notte in hotel)
GIORNO 3: Diksar Platò, Nughit (notte in tenda)
GIORNO 4: Wadi di Erho, Hadibu (notte in hotel)
GIORNO 5: Grotta di Huq, Homhil (notte in hotel)
GIORNO 6: Ras di Hamri (notte in hotel)
Di fatto siam giunti a Qualansia, in Ditwah beach, una
spiaggia molto bella: con fenicotteri, gabbiani giganti, rondini, ma con un
mare un po’ troppo mosso. Secondo il programma dovevamo stare in tenda dormendo
li e partendo il giorno dopo, invece dopo tre ore ci siam stancati e abbiam
chiesto di fare un Wadi (deserto) camminando in montagna.
Proprio camminando ci siam accorti di aver preso una bella
insolazione… e così invece di dormire in tenda abbiam optato per la notte in
hotel…ci sentivamo un po’ sporchi.
Domenica 26.11.2006
Questo giorno l’ho perduto, stavo tanto male da non poter
alzarmi dal letto, il medico del villaggio mi ha dato dei farmaci e ho passato
tutta la giornata a riposare in albergo. Umiliante, in 15 anni di viaggi ero
stato male un solo giorno in Turchia… ed ora è da giorni che sto malissimo, mi
sento un vecchio malaticcio. Spero che domani torni almeno un po’ in forma.
27.11.2006
Oggì è il compleanno di Xu Lei e qui a Socotra piove
ininterrottamente, a dire il vero piove da ieri sera; non ha mai smesso e
lestrade sono allagate, il terreno è argilloso e l’acqua non viene assorbita.
Entra acqua perfino nelle stanze dell’hotel. Era tutto bloccato, solo alle 12,
con l’alleggerirsi della pioggia, siamo partiti per il sud di Socotra. Shaia,
la nostra guida, si sta rivelando una finta guida, incapace di assurgere al
ruolo che si è dato.
Partiti da Hadibu un po’ preoccupati per la pioggia
portentosa, con gioia e sorpresa siam giunti sulla piana di “Diksar” famosa per
la quantità di Dracene; veramente uno spettacolo, sembrava un paesaggio di
fiaba.
Sterzando improvvisamente con la macchina, il drever ha
messo a dura prova la sua Toyota Landcruiser, prodigandosi in una strada ripidissima,
accidentata a dir poco. Continuando a scendere per un dirupo, ci siam trovati
davanti ad un guado, eravamo nel Wadi di Erho, un canyon fantastico! La pioggia
però si è fatta sentire nuovamente e visto il terreno argilloso, non abbiam
potuto far altro che tornare indietro e dirigerci verso il mare , a Nughit.
Siamo arrivati in spaggia alle 16:00, poco prima… abbiamo
camminato nel lungo mare per più di un’ora, osservando il cielo terso (non
pioveva) e i granchi che correvano appena ci vedevano erano grandi e
comicissimi. Tornando alla “base” abbiam montato le tende che si son rivelate piccole
e mal tenute. Gustosa la cena: riso, patate al pomodoro e capretto…ci son
volute due ore per prepararla. Molto suggestivo, buio pesto, illuminati dal
fuoco su una spiaggia deserta e selvaggia.
Lunedì 28.11.2006
Oggi è stata una gran bella giornata, la colazione è stata
consumata velocemente, più che latro perché la sabbia si stava popolando di
formiche attirate dalle nostre cibarie. Ancora un po’ assonnati, ci
allontaniamo dalla costa per visitare la “Di Gub Cave”, una grotta, più che
altro un grosso anfratto nella parete della montagna, simile alla bocca di uno
squalo. Molto bella per la sua grandezza e per le sue stalattiti che scendevano
dal soffitto e dalle quali gocciolavano rivoli d’acqua, che a loro volta davano
vita alle più vivaci macchie d’erba verdi.
Dalla grotta si vedeva tutto il mare e il panorama
sottostante. Siamo quindi ripartiti alla volta del Wadi di Erho, che il giorno
prima avevamo abbandonato a causa della pioggia… questa volta c’era il sole!
Anche qui l’inizio è stato traumatico: avevamo preso una strada sbagliata che
si perdeva tra le foglie di palma secche e taglienti, sassi e piante orticanti…
il caldo era atroce e stavo male. Imprecando quando l’arrampicata terminava nel
nulla, siam ridiscesi e abbiam ripreso la strada sterrata, incontriamo quindi
dei francesi che ci dicono che di li si percorre tutto il canyon fino ad Homhil
e Srahin! Noi motivati nel continuare accelleriamo il passo. Il primo guado lo
affrontiamo con le scarpe ai piedi, l’acqua arrivava fino alla cintura, con
sorpresa era una sensazione gradevole.
Poco più avanti incontriamo un secondo
guado, sempre con scarpe ai piedi, oltrepassato troviamo quattro case in pietra
con bambini che ci salutavano. Era un villaggio incantato, in mezzo al canyon
deserto con flussi di acqua che si diramavano in mille canali. Sudati e
bagnati, non abbiam resistito e ci siam tuffati in mutande in un bagno
rigenerante, bellissimo!
Tornati alla macchina, decidiamo di tornare ad Hadibu, con
rammarico troviamo la città ancora allagata e dopo cena la pioggia ricominciava
a battere fino al giorno successivo. Le zanzare poi disturbavano il sonno per
tutta la notte.
Martedì 29.11.2006
Questa mattina, per non stare male, ho preferito non fare
colazione, ma non è stato sufficiente. Le strade erano allagate per la pioggia,
ma non ci sono stati problemi per arrivare alla base della grotta di Huq. Presa
una guida locale ci siam incamminati per un sentiero che saliva fino alla base
della grotta, al ritorno abbiamo anche incontrato un bel camaleonte. La grotta
era fantastica, abbiam camminato al suo interno in profondità per 30 minuti,
con la luce delle torce ad illuminare flebilmente i nostri passi; fino a quando
non abbiam trovato la strada bloccata dall’acqua. Eravamo circondati da
stalattiti e stalagmiti enormi.
Ripresa la via del ritorno passando per Hotmil, abbiam
pensato di fermarci, volevamo rinfrescarci un po’ nelle cascate, ovviamente ci
siam persi nel sentiero e ci siam dovuti far strada tra rocce e piante.
Volevamo bagnarci ai piedi della cascata… invece siamo finiti sulla cima, in
ogni caso testardi ci siam comunque fatti un bagno, anche per affievolire i
morsi sulle gambe delle piante orticanti. Il ritorno è stato tranquillo, a
parte una perdita dei controllo della jeep dove abbiam rischiato brutto.
Mercoledì 30.11.2006
Eccomi all’ultimo giorno in Socotra, siamo stati tutto il
giorno a Ras Di Hamri, penso l’unico punto in cui non pioveva, è arrivata anche
una Sula che –poverina- si doveva essere persa durante la migrazione. La sera
abbiam chiuso in malo modo i rapporti con la guida Shaia, al contrario il
driver era onesto e comprensivo nei nostri confornti.
Giovedì 1.12.2006
Alle 6:30 una volta svegliate, è arrivata la giuda per
portarci in aeroporto, Shaia si è scusato e ci ha accompagnati per l’ultima
volta per le stade di Socotra. Arrivati a Sana’a siam tornati al Golden Daar
per tenere le valigie..ci restava da gironzolare dalle 14 alle 23… Anche se non
pernottavamo l’albergatore è stato molto gentile a tenerci le valige. Dopo aver
percorso il Suk in lungo e in largo, siam tornati all’hotel per cenare, poi tra
i divani della torre del te mi son addormentato per svegliarmi all’ora di
partire.
Questo viaggio è stato bello ma carico di sofferenza, sulla
bilancia dell’aeroporto pesavo 60kg, 5 chili li avevo persi in questi 10 giorni
di viaggio.